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ALTRI TEMPI. Attività e mestieri svaniti. Autore: Paolo Frescura

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ALTRI TEMPI. Attività e mestieri svaniti.
Autore: Paolo Frescura
Edizioni Magister, 2015. Isbn: 9788890822186
Edizione aggiornata e ampliata gennaio 2019: 192 pagine cm 17×24
Illustrazioni di Francesco Artese, Nisio Lopergolo e Luigi Guerricchio.
In questa preziosa pubblicazione, l’autore, con lavoro certosino, ha recuperato la memoria di un mondo lavorativo uscito di scena descrivendo questi antichi mestieri lucani: L’acquaiolo, L’arrotino, Il banditore, Il barcaiolo, Il barilaio, Il bastaio, Il calzolaio, Il campanaro, La canestraia, Il cantoniere, Il capillaro, Il carbonaio, Il carrettiere, Il casellante, Il cenciaiolo, Il cestaio, Il cestonaio, Il ci ten’ ov’, Il “croupier” di strada, Il fabbro-maniscalco, Il facchino, Il falegname, Il figulo, Il guardafili, L’imbianchino, L’impagliasedie, L’intagliatore, Il lampionaio, Il lanaiolo, Il lattaio, La lavandaia, La mammana, La materassaia, Il mattonaio, Il mietitore, Il mugnaio, Il mulattiere, L’ombrellaio, L’operatore cinematografico, L’orologiaio, L’oste, La panificatrice, Il postiglione, La praticona, Il procaccia, Il produttore di embrici, Il retiere, Il salaiolo, Il sanaporcelli, La saponiera, Il sarto, Lo scopaio, Il signor maestro, Lo spazzacamino, Lo speziale, La spigolatrice, Lo stagnino, Il tavernaio, Il tazze e bicchieri, La tessitrice, Il tintore, Il venditore di fortuna, Il venditore di granite, Il venditore di petrolio.

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Descrizione

ALTRI TEMPI. Attività e mestieri svaniti.
Autore: Paolo Frescura
Edizioni Magister isbn 9788890822186 (Ristampa edizione aggiornata e ampliata 2019)

192 pagine cm 17×24; rilegatura: cucitura in filo refe e brossura.
Illustrazioni di Francesco Artese, Nisio Lopergolo e Luigi Guerricchio

INTRODUZIONE
La scelta del titolo non è casuale. Volutamente ho ripreso un’espressione del sottotitolo della precedente pubblicazione, proprio per agganciarla a quella e per sottolineare il legame comune con il passato, che riemerge con vigore ogni volta che si analizza il presente.
Nell’andare per le strade del paese, in giovane età, aleggiavano nell’aria una sinfonia di suoni e di rumori, un effluvio di odori e di profumi che mi accompagnavano per tutto il giorno. Sentivo il martellio del fabbro, il suono della cornetta del banditore, l’odore pungente della vernice del falegname, della pece appena fatta dal calzolaio e dei carboni ardenti della fucina del maniscalco, il profumo del pane appena sfornato e delle pietanze preparate dall’oste.
La vita pulsava intorno a me! Quando mi sedevo vicino al deschetto di mio padre o sostavo nella falegnameria e nella sartoria dei miei due fratelli oppure mi fermavo a curiosare nelle botteghe artigiane, restavo affascinato dal loro lavoro. Leggevo la stanchezza sui loro volti, ma anche la gioia per l’opera che prendeva forma e anima nelle loro mani. A casa vedevo mia madre dedicarsi quotidianamente, senza sosta e con energia, ai tanti lavori domestici, faticosi ed impegnativi. Oltre alle tante faccende che la tenevano sempre impegnata, andava anche alla fontanella a riempire l’acqua con il barile in testa, panificava, preparava la pasta fresca, faceva il bucato, fabbricava il sapone, rifaceva i materassi, si recava nei campi mietuti a spigolare e a ricercare gli steli più lunghi delle stoppie per fare i canestri.
Nel naturale avvicendarsi delle stagioni della mia vita, ho visto svanire quell’atmosfera idilliaca: il paese ha perso la sua vitalità e i suoi figli nel pieno del loro vigore. Una dopo l’altra, negli anni, si sono chiuse alle mie spalle tante case e tutte le botteghe artigianali! L’industria ha decretato il declino dell’artigianato per l’abbattimento dei costi e per il “pronto all’uso”: ora ci troviamo di fronte a prodotti preconfezionati ai quali dobbiamo adattarci e uniformarci; l’artigiano, invece, confezionava il suo manufatto su misura, persona o animale che fosse il suo cliente, e dava slancio al suo estro creativo, realizzando pezzi unici, irripetibili.
La rivoluzione tecnologica ed economica, lentamente, ha relegato nel mondo dei ricordi anche le numerose attività che le donne svolgevano in famiglia. A differenza degli artigiani, però, considerando la fatica immane alla quale erano sottoposte quotidianamente, gli strumenti innovativi messi a loro disposizione si sono rivelati una vera e propria panacea ed hanno cambiato le loro abitudini di vita.
Con lo sguardo rivolto al futuro, ho pensato alle giovani leve che di quel mondo non hanno conoscenza ed ho voluto lasciare loro una testimonianza, un’eredità culturale.
Ho voluto ricomporre il puzzle di un passato che ci appartiene per riappropriarci della nostra identità e non lasciare che il tempo ne cancelli ogni traccia.
Sull’onda dei miei ricordi, ho ricostruito, uno per uno, attività e mestieri svaniti ed ho chiamato in mio soccorso persone più avanti negli anni, per avere ragguagli sui lavori scomparsi in epoca antecedente al mio vissuto o per trovare riscontri, laddove la mia memoria vacillava.
Chi ha svolto un mestiere in prima persona o ha visto all’opera artigiani, contadini, casalinghe, sa restituire bene ciò che ha registrato e archiviato nel labirinto del suo cervello. Per dirla con Erri De Luca, scrittore napoletano, “La storia non è quella che vediamo attraverso il video, ma è quella che passa attraverso la voce delle persone”.
È stato un lavoro lungo e laborioso, perché ho voluto dettagliare ogni singola attività, per quanto fosse possibile, in modo da accompagnare con mano il lettore in quel meraviglioso mondo dei nostri avi e provare ad immaginare la fatica di quegli “eroi ed eroine” del passato.
Esprimo sentimenti di viva riconoscenza a tutti quelli che, con le loro fotografie e con il loro apporto di pensiero, hanno reso possibile la ricostruzione di questo pezzo di storia.
Sentiti ringraziamenti vanno all’indirizzo di Giacinto Ruzzi per il supporto e lo sprone a portare a compimento questo lavoro e ai due artisti, Francesco Artese e Nisio Lopergolo, che ne hanno impreziosito il contenuto con il loro pregevole contributo grafico.
Ringrazio vivamente il dott. Antonio Guerricchio per avermi consentito di inserire in questa pubblicazione le opere di suo zio, il maestro Luigi Guerricchio, e la foto dello speziale, suo bisavolo.
Paolo Frescura

QUESTI I MESTIERI DESCRITTI:
L’acquaiolo
L’arrotino
Il banditore
Il barcaiolo
Il barilaio
Il bastaio
Il calzolaio
Il campanaro
La canestraia
Il cantoniere
Il capillaro
Il carbonaio
Il carrettiere
Il casellante
Il cenciaiolo
Il cestaio
Il cestonaio
Il ci ten’ ov’
Il “croupier” di strada
Il fabbro-maniscalco
Il facchino
Il falegname
Il figulo
Il guardafili
L’imbianchino
L’impagliasedie
L’intagliatore
Il lampionaio
Il lanaiolo
Il lattaio
La lavandaia
La mammana
La materassaia
Il mattonaio
Il mietitore
Il mugnaio
Il mulattiere
L’ombrellaio
L’operatore cinematografico
L’orologiaio
L’oste
La panificatrice
Il postiglione
La praticona
Il procaccia
Il produttore di embrici
Il retiere
Il salaiolo
Il sanaporcelli
La saponiera
Il sarto
Lo scopaio
Il signor maestro
Lo spazzacamino
Lo speziale
La spigolatrice
Lo stagnino
Il tavernaio
Il tazze e bicchieri
La tessitrice
Il tintore
Il venditore di fortuna
Il venditore di granite
Il venditore di petrolio.

Paolo Frescura, nato a Grottole, paese materano nel cuore della Lucania, il 21 ottobre 1951, ha conseguito il diploma di Maturità Magistrale presso l’Istituto Magistrale “Emanuele Gianturco” di Potenza e, successivamente, la laurea in Materie Letterarie presso l’Università degli Studi di Bari.
Ha fatto parte del gruppo dei formatori dell’I.R.R.S.A.E. Basilicata e ha tenuto corsi d’aggiornamento per docenti in alcune scuole della provincia di Matera.
Ha svolto attività di tutoraggio connessa alla formazione dei docenti per l’immissione in ruolo, dopo l’anno di prova.
Per tredici anni ha ricoperto l’incarico di vicario del Dirigente Scolastico nell’Istituto Comprensivo “Don Donato Gallucci” di Miglionico.
Ha scelto di sostenere i più piccoli nel loro percorso di crescita, dedicandosi, con passione, all’insegnamento nella Scuola Primaria e dal 1° settembre 2014 è in pensione ma continua ad essere il direttore della sezione LucanaMente per la Edizioni Magister.
È noto a tutti il suo interesse per i “tesori” del passato sepolti dal tempo, dalla modernità e l’impegno nel riportarli alla luce, affinché possano tornare a risplendere e a rivivere una nuova stagione.
Ha pubblicato il volume Antichi trastulli nel dicembre 2002 per Eurostampa di Matera, facendo riscoprire giochi e giocattoli del passato e, nel 2022, il libro Mi racconto. Protagonisti gli oggetti vetusti per i tipi delle Edizioni Magister.

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 17 × 1 × 23 cm

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